lunedì 11 luglio 2011

Dalla “Chiazza cuperta” al Water front

Che Lecce sia diventata sempre più una città turistica è fuor di dubbio. E che questo continuo, anzi crescente flusso di visitatori soprattutto stranieri stia pian piano modificando anche il linguaggio dei leccesi sembra essere un altro dato di fatto. Sennò non si spiegherebbe il fatto che, nel giro di appena una settimana, gli attuali amministratori di Palazzo Carafa siano stati in grado di inaugurare nell’ordine: 1) il “Travel shops”, bagni pubblici-privati a due passi da piazza Duomo; 2) il “City terminal”, fermata dei bus all’ingresso della città per chi arriva da Brindisi; 3) il “Water front”, lungomare di San Cataldo.
Inglesismi che, nella città della “Chiazza cuperta”, che fu di Oronzo Massari e di don Ciccio Corvaglia, nessuno si sarebbe neppure lontanamente sognato di affibbiare. Per la verità, ci aveva già pensato Adriana Poli Bortone, da sindaco, a fare di Lecce la “Porta d’Europa”. Ma Paolo Perrone, alle elezioni del 2007, volle spingersi addirittura oltre, coniando lo slogan “Lecce, città del Mondo”. E così ci piace immaginare che, da qui a poco, in piazza Sant’Oronzo la voce di Tito Schipa possa riecheggiare per segnalare, oltre che lo scoccare di mezzogiorno, pure l’appuntamento quotidiano con pasticciotto e tè delle cinque del pomeriggio. E che sul lungomare (sorry, Water Front) di San Cataldo una coppia di anziani villeggianti leccesi possa continuare a fare la classica “camenata”, gustando un gelato. Ovviamente, cioccolato e zuppa inglese.

Commenti (3)

Caricamento in corso... Login in corso...
  • Collegato come
eppure, fabio, voi giornalisti avete un'arma tremenda. potete addirittura trasformare il "water front" in "lungomare" ! solo che non lo fate, e anzi riempite di waterfront e travelshop i vostri (nostri?) giornali....
Scusa se dopo aver letto l'articolo sugl'inglesismi prendo lo spunto per una modesta considerazione. A parte l'indignazione - finta - per la contaminazione del nostro idioma (parlo necessariamente della lingua italiana, lasciando perdere il dialetto) da parte di chi scrive sui 'media', che non sortisce altro effetto che aggravarla, a parte questo, dicevo, ciò che mi fa impressione è l'inguaribile provincialismo di noi leccesi. Faccio presente che sono quasi 40 anni che ne sono lontano, ma che la nostalgia per la mia città non è per niente scemata, e questo mi permette di parlare senz'alcun atteggiamento snobistico da nordico acquisito. Con questa certezza due fatti (tra i tanti) voglio portare ad esempio: la vergogna del filobus (di cui, per carità di patria, non starò a specificare la genesi che l'ha ispirata); e la storia della fantomatica (e delirante) 'Regione Salento' il cui capoluogo, guarda un po', dovrebb'essere nientemeno che... Ma sì, abbiamo capito di che città si parla. E tutto questo in barba a città come Brindisi e, soprattutto Taranto che mai, credo, accetterebbe un ruolo subalterno (ammesso che accettasse, come non accetta, di essere definita 'salentina'). Se questo non è provincialismo, e dei più retrivi... Una volta questi atteggiamenti erano definiti 'lardusi'. Ecco, questo è il termine che più si attaglia alla nostra indole e del quale, per capirci meglio, dovremmo affrettarci a scovare il corrispettivo in inglese. Qualcuno ha voglia di provarci? Grazie per l'attenzione. Luciano Tornese.
Credo che il suo articolo circa Lecce città del mondo sia ironico. Ma stiamo scherzando? Lecce non è tenuta affatto bene! Ma vaete nozione di come si gestisce il turismo a livello quantomeno nazionale! Lecce dovrebbe essere molto ma molto più pulita, non offre alcun servizio al turista sprovveduto, soprattutto nel settore trasporti, nel centro storico della città c'è moltissimo da recuperare, non ha parchi, ha periferie squallide e sporchissime per non parlare poi della completa distruzione del paesaggio naturale e archittetonico sia in città che nei paesi della provincia! Una speculazione edilizia da orrore visivo, degli ecomostri da abbattere con immediatezza! In sintesi una città da ristrutturare al 50%, una costa distrutta e da recuperare, centri storici dei paesini dell'entroterra da recuperare al più presto. E che dire poi di quella sporcizia su tutte le strade provinciali ed extraprovinciali, dei randagi, delle spiagge libere sempre più ristreete e più luride! Ma davvero Lecce è città del mondo? Ma di quale del 3°? Cordiali saluti Emilia Polcaro

Invia un nuovo commento

Comments by