mercoledì 23 maggio 2012

Gli «Happy Days» del centrosinistra leccese

Lo psicodramma post-voto del centrosinistra leccese ha qualcosa di già visto. Come i ripetuti episodi della celebre serie tv “Happy Days”, ambientata nell’America rockandrolleggiante anni ’50.

Non solo perché, come Fonzie, Pd e compagni sono incapaci di fare autocritica e non riescono ad ammettere sinceramente di aver sbagliato. Ovviamente le responsabilità di qualsiasi cosa (in questo caso, della sconfitta elettorale che ha toccato il minimo storico) ricadono sempre su qualcun altro. Ma anche e soprattutto perché magari il centrosinistra non si fa vedere e sentire troppo per anni. Poi nel periodo della campagna elettorale, come Arthur Fonzarelli, se ne va in giro pensando di riuscire ad acchiappare consensi solo grazie al proprio fascino innato e al semplice schiocco delle dita. Prima del voto, poi, la sua coalizione dà l’idea di essere unita, affidabile e rassicurante come la famiglia Cunningham; a responso (disastroso) delle urne acquisito, invece, ricordano più i Simpson.

Ora da più parti si invoca un provvidenziale e rigenerante «rinnovamento della classe dirigente». Ma, in questo caso, la Federazione provinciale del Pd in via Tasso somiglia tanto ad Arnold's, il locale frequentato da Richie, Potsie e Ralph Malph. Nel corso della serie, la sua gestione passa dal giapponese Arnold all’italo-americano Alfred. Ma, nella sostanza, cambia poco. Il Jukebox, azionato al momento giusto dal colpetto magico di Fonzie, infatti, resta al suo posto.

martedì 7 febbraio 2012

Un Gabellone buono per tutte le stagioni

L’annuncio shock potrebbe arrivare già nei prossimi giorni: «Niente più primarie per le Comunali leccesi». Perché, per evitare polemiche e spaccature all’interno del Pdl, il maggior partito del centrodestra avrebbe deciso di puntare sulla figura istituzionale per eccellenza: all’appuntamento con le urne del 6 e 7 maggio, infatti, Antonio Gabellone sarà candidato a sindaco di Lecce.

Ovviamente, nel frattempo, resterà presidente della Provincia. E, se domenica prossima sarà eletto dai suoi al congresso, ricoprirà pure l’incarico di coordinatore provinciale del Pdl.
Nel quartier generale di via Oberdan è considerato troppo alto il rischio di uno scontro fratricida alle primarie del 26 febbraio, in cui sono candidati l’uscente sindaco Paolo Perrone, l’editore Paolo Pagliaro e il presidente della commissione Bilancio di Palazzo Carafa Gigi Rizzo. E allora meglio puntare su Gabellone. Ma non è finita qui. Perché - per andare incontro alle esigenze di riduzione dei costi della politica e per stoppare sul nascere le rivendicazioni dei tanti - nella imminente campagna elettorale il numero uno di Palazzo dei Celestini annuncerà che, in caso di sua elezione a sindaco, nella nuova Giunta comunale leccese lui ricoprirà contemporaneamente tutti e otto i posti di assessore disponibili.

Qualche problema, semmai, sorgerà quando Gabellone acquisterà dalla famiglia Semeraro l’Us Lecce e dovrà allenarsi un po’ prima di poter giocare da portiere-difensore-centrocampista-attaccante.

giovedì 26 gennaio 2012

Primarie, senza chiacchiere e col distintivo Pd

Avete presente la famosa scena nel film “Gli intoccabili” di Brian De Palma, in cui Robert De Niro, che interpreta Al Capone, dà una bella strigliata ai suoi? Li invita a cena e, mentre sono tutti seduti e contenti attorno ad una bella tavola imbandita, impugna una mazza da baseball. Scherzando, inizia a fare uno strano discorso sull’importanza del “gioco di squadra”. Tutti si fanno grasse risate, ma all’improvviso ne colpisce uno alle spalle con la mazza.

Ora, con le dovute differenze (per carità di Dio!), nella settimana precedente alle primarie, all’interno del Pd leccese deve essere accaduto qualcosa del genere. Non nella forma, ovviamente; ma almeno nella sostanza. Raccontano che, insoddisfatta di come stessero andando le cose, Loredana Capone (in questo caso, “Al” non c’entra nulla) si sia lamentata coi suoi compagni di partito. E la voce sarebbe giunta anche a Roma. Dalla capitale, poi, sarebbe partita la telefonata ai referenti locali del Pd: «Datevi da fare, perché se Loredana perde le primarie, farete i conti con noi». Di fatto e per poco, l’esito delle urne va bene al maggior partito del centrosinistra e alla sua candidata.

Ma lei, la vicepresidente della Regione, domenica sera, non appena fa il suo ingresso all’hotel Tiziano da trionfante vincitrice, incrocia un serioso e accigliato Sergio Blasi. E davanti a tutti gli chiede: «Che è quella faccia, Sergio? Per caso ti è morto il gatto?».
Beh, se davvero il micio di Blasi è stato trovato stecchito, forse non era poi così intoccabile

venerdì 13 gennaio 2012

Quel filobus di un Dio minore

E’ sembrato di assistere a quelle feste di compleanno che, pur organizzate in ogni minimo dettaglio, alla fine fanno miseramente flop per una semplice ragione: gli invitati non si presentano e lasciano desolatamente solo il festeggiato, col cappellino in testa e la trombetta di carta in bocca.

Perché, all’avvio inaugurale del filobus, dopo oltre quattro anni e mezzo di continui intoppi e rinvii, c’erano pasticcini e pasticciotti. Mancavano giusto gli addobbi della Disney che, però, considerate le presunte tangenti pagate sulla realizzazione dell’opera da ben 23 milioni di euro a “Gambadilegno”, sarebbero sembrati abbastanza fuori luogo.
Così il filobus leccese festeggia da orfano, come ha già rilevato più di qualcuno. Il sindaco Paolo Perrone all’inaugurazione non si è fatto vedere: «Sapete tutti come la penso - ha tenuto a ribadire il primo cittadino - fosse stato per me, avrei fatto scelte diverse». E alla festicciola non si è neppure presentata la madre, la senatrice Adriana Poli Bortone, che pure il sistema di trasporto ecocompatibile l’ha fortemente voluto quando era sindaco.

Così, alla fine, è rimasto lo zio Gianni Peyla, presidente di Sgm, con i vassoi di dolci in mano da offrire ai giornalisti accorsi all’evento. Evento di che tipo lo sapremo a breve. Qualche leccese, che al passaggio del filobus si è fatto il segno della croce, già l’ha intuito. Un po’ come si faceva, una volta, al passaggio di quei condannati a morte prima di raggiungere la forca.

lunedì 26 dicembre 2011

E se l’alieno scoprisse Gambadilegno?

Ormai s’è capito abbastanza chiaramente: i mezzi del filobus faranno qualche giretto in centro - come un po’ tutti noi, in questi giorni di festa - e poi finiranno in un deposito. Primo, perché ingolferanno il già caotico traffico tra Natale e Capodanno. E, secondo, perché non ci sono i soldi per farli circolare a pieno regime.
I pali neri, no. Quelli, invece, ce li dovremo tenere ancora per molto. Magari tanti di essi resisteranno pure alla fine del Mondo profetizzata dai Maya.

Di sicuro, la basilica di Santa Croce sarà spazzata via. Se già adesso si sgretola al sole e alla tramontana, figuriamoci in caso di alluvioni e terremoti. Ma, prima del 21 dicembre 2012, vediamo di far sparire ogni riferimento a “Gambadilegno”, “Omone” e “Pomodorone”. Bruciamo atti d’indagine, intercettazioni e confessioni. Una sorta di prescrizione giudiziaria pre-Apocalisse, insomma.
Perché se, in futuro, qualche alieno dovesse fare una capatina nel fu Salento, come simboli della nostra civiltà troverà solo pali neri senza traccia alcuna del filobus. Lasciamogli credere che si tratti di più evolute forme di menhir per avvicinare l’uomo ad una qualche divinità. O, meno spiritualmente, dei simboli fallici di un popolo celodurista, che non doveva chiedere mai.

Facciamo in modo che non scopra che quella selva di pali e fili sia servita ad ingrossare i conti bancari di Gambadilegno e soci in Svizzera. A meno che l’alieno non sia Eta Beta, l’amico di Topolino. Perché, in quel caso, siamo fottuti!

martedì 29 novembre 2011

L’insostenibile leggerezza dell’essere Mobilità a Lecce

Da non crederci: a Lecce, in qualità di partner di un progetto internazionale, si celebra una due giorni dedicata alla mobilità sostenibile. Prima, nell’ex Convento dei Teatini, l’incontro e la firma di un accordo con i rappresentanti di ben nove Paesi del Sud-Est Europeo. Poi, all’interno della sede del Bus terminal, l’inaugurazione del Centro servizi Mobilità, che dovrebbe fungere da ufficio informazioni sui trasporti pubblici locali e vendita dei biglietti. Una cosa in grande stile, insomma. «L’obiettivo principale - spiegano i promotori del progetto - è sostenere la multi-modalità e la promozione di trasporti alternativi». E ancora: «L’obiettivo della gestione della mobilità è ridurre l’uso dell’auto da parte del singolo».

Registi dell’evento, manco a dirlo, sono l’Amministrazione di Palazzo Carafa e la società Sgm. Ovvero i due soggetti che, da oltre quattro anni e mezzo, non riescono a far partire il filobus, un’opera costata circa 23 milioni di euro. Ma Lecce è anche la città in cui, da un giorno all’altro e senza un valido perché, sono spariti i mini-bus elettrici che facevano la spola tra le piazze Mazzini e Sant’Oronzo.

Per non parlare del mai decollato “Bike sharing”, il sistema per incentivare l’uso di biciclette pubbliche. E quindi? Si tratta di modelli da esportare? Ma se, nel caotico traffico cittadino, già passare dalla zona della Torre del Parco a San Pio diventa un’odissea incredibile, vogliano addirittura metterci a discutere di mobilità sostenibile nel Sud-Est Europeo?

lunedì 21 novembre 2011

Www, non mi piaci tu

Credo di non aver mai avuto, neppure nel periodo più buio della mia adolescenza, i classici poster di gruppi e cantanti, appiccicati in casa, sui muri della mia camera. E neppure le foto di calciatori attaccate sul diario di scuola, alle Elementari. I passaggi obbligati o quasi, insomma, per ritenersi fan di qualche celebrità. E ammetto pure di essere più propenso a dire (da sempre, ma col passare degli anni ancora di più) un «Non mi piace» rispetto al «Mi piace».

Per cui, da un po’ di tempo, provo un certo fastidio quando su Facebook mi arrivano le richieste di adesione alle cosiddette “pagine fans” di questo o quel politico, di questa o quella istituzione pubblica, società di servizi, ecc. E ancora più fastidio provo nel fatto che, per accettare, dovrei cliccare sul tasto «Mi piace» di quelle pagine. Come a dire: apprezzo quello che fai, come sei, come amministri o fai opposizione, a seconda dei casi.

Già fatico a condividere l’abuso che, sul social network più famoso al Mondo, si fa del concetto di «amicizia»: come nemmeno tra le cosche di Cosa nostra, infatti, siamo un po’ tutti “amici degli amici”, “amici degli amici degli amici” e così via.
Ma, se un insegnamento dal modello del Governo Monti si può trarre, è nel fatto che, a chi amministra la cosa pubblica, dovremmo forse tornare a rapportarci come ad un severo, ma competente professore. Più che agli idoli passeggeri dei teenager.