venerdì 13 gennaio 2012

Quel filobus di un Dio minore

E’ sembrato di assistere a quelle feste di compleanno che, pur organizzate in ogni minimo dettaglio, alla fine fanno miseramente flop per una semplice ragione: gli invitati non si presentano e lasciano desolatamente solo il festeggiato, col cappellino in testa e la trombetta di carta in bocca.

Perché, all’avvio inaugurale del filobus, dopo oltre quattro anni e mezzo di continui intoppi e rinvii, c’erano pasticcini e pasticciotti. Mancavano giusto gli addobbi della Disney che, però, considerate le presunte tangenti pagate sulla realizzazione dell’opera da ben 23 milioni di euro a “Gambadilegno”, sarebbero sembrati abbastanza fuori luogo.
Così il filobus leccese festeggia da orfano, come ha già rilevato più di qualcuno. Il sindaco Paolo Perrone all’inaugurazione non si è fatto vedere: «Sapete tutti come la penso - ha tenuto a ribadire il primo cittadino - fosse stato per me, avrei fatto scelte diverse». E alla festicciola non si è neppure presentata la madre, la senatrice Adriana Poli Bortone, che pure il sistema di trasporto ecocompatibile l’ha fortemente voluto quando era sindaco.

Così, alla fine, è rimasto lo zio Gianni Peyla, presidente di Sgm, con i vassoi di dolci in mano da offrire ai giornalisti accorsi all’evento. Evento di che tipo lo sapremo a breve. Qualche leccese, che al passaggio del filobus si è fatto il segno della croce, già l’ha intuito. Un po’ come si faceva, una volta, al passaggio di quei condannati a morte prima di raggiungere la forca.