lunedì 21 novembre 2011

Www, non mi piaci tu

Credo di non aver mai avuto, neppure nel periodo più buio della mia adolescenza, i classici poster di gruppi e cantanti, appiccicati in casa, sui muri della mia camera. E neppure le foto di calciatori attaccate sul diario di scuola, alle Elementari. I passaggi obbligati o quasi, insomma, per ritenersi fan di qualche celebrità. E ammetto pure di essere più propenso a dire (da sempre, ma col passare degli anni ancora di più) un «Non mi piace» rispetto al «Mi piace».

Per cui, da un po’ di tempo, provo un certo fastidio quando su Facebook mi arrivano le richieste di adesione alle cosiddette “pagine fans” di questo o quel politico, di questa o quella istituzione pubblica, società di servizi, ecc. E ancora più fastidio provo nel fatto che, per accettare, dovrei cliccare sul tasto «Mi piace» di quelle pagine. Come a dire: apprezzo quello che fai, come sei, come amministri o fai opposizione, a seconda dei casi.

Già fatico a condividere l’abuso che, sul social network più famoso al Mondo, si fa del concetto di «amicizia»: come nemmeno tra le cosche di Cosa nostra, infatti, siamo un po’ tutti “amici degli amici”, “amici degli amici degli amici” e così via.
Ma, se un insegnamento dal modello del Governo Monti si può trarre, è nel fatto che, a chi amministra la cosa pubblica, dovremmo forse tornare a rapportarci come ad un severo, ma competente professore. Più che agli idoli passeggeri dei teenager.