mercoledì 23 maggio 2012

Gli «Happy Days» del centrosinistra leccese

Lo psicodramma post-voto del centrosinistra leccese ha qualcosa di già visto. Come i ripetuti episodi della celebre serie tv “Happy Days”, ambientata nell’America rockandrolleggiante anni ’50.

Non solo perché, come Fonzie, Pd e compagni sono incapaci di fare autocritica e non riescono ad ammettere sinceramente di aver sbagliato. Ovviamente le responsabilità di qualsiasi cosa (in questo caso, della sconfitta elettorale che ha toccato il minimo storico) ricadono sempre su qualcun altro. Ma anche e soprattutto perché magari il centrosinistra non si fa vedere e sentire troppo per anni. Poi nel periodo della campagna elettorale, come Arthur Fonzarelli, se ne va in giro pensando di riuscire ad acchiappare consensi solo grazie al proprio fascino innato e al semplice schiocco delle dita. Prima del voto, poi, la sua coalizione dà l’idea di essere unita, affidabile e rassicurante come la famiglia Cunningham; a responso (disastroso) delle urne acquisito, invece, ricordano più i Simpson.

Ora da più parti si invoca un provvidenziale e rigenerante «rinnovamento della classe dirigente». Ma, in questo caso, la Federazione provinciale del Pd in via Tasso somiglia tanto ad Arnold's, il locale frequentato da Richie, Potsie e Ralph Malph. Nel corso della serie, la sua gestione passa dal giapponese Arnold all’italo-americano Alfred. Ma, nella sostanza, cambia poco. Il Jukebox, azionato al momento giusto dal colpetto magico di Fonzie, infatti, resta al suo posto.