lunedì 9 maggio 2011

Test antidroga, ma senza amplificazione

Che i test antidroga a Palazzo Carafa siano effettivamente necessari lo si è capito nel bel mezzo dell’ultimo consiglio comunale. Quando i rappresentanti-eletti della comunità leccese hanno iniziato ad accapigliarsi sull’opportunità di consentire o meno agli artisti di strada, che si esibiscono in città, l’eventuale utilizzo di piccoli impianti di amplificazione.
Già il fatto di voler disciplinare con apposito Regolamento le esibizioni artistiche in strada ha suscitato qualche perplessità. A far salire i toni (è proprio il caso di dirlo) della discussione, però, è stata la modifica al documento proposta da Paolo Foresio, guarda caso dj prestato alla politica. A lui va il “merito”, pubblicamente riconosciuto dal sindaco Paolo Perrone, di aver spaccato la maggioranza: «Complimenti!», gli ha detto il primo cittadino, «Sei riuscito dove Antonio Rotundo e Wojtek Pankiewicz hanno sempre fallito». Ma a Foresio va pure il “demerito” di aver un po’ oscurato l’iniziativa del presidente del Consiglio Eugenio Pisanò che, in gran segreto, aveva scritto ai vertici della Asl salentina per far eseguire i controlli antidroga a Palazzo. Dove, almeno per ora, il blitz dei camici bianchi, armati di provette da riempire di urina, non c’è stato. «Ma quando li faremo», ha assicurato Pisanò, «la privacy di quanti si sottoporranno ai test sarà comunque garantita». Del resto, come in seguito al blitz Usa che, nei pressi di Islamabad, ha portato all’uccisione di Osama Bin Laden, anche in questo caso le immagini potrebbero essere «davvero raccapriccianti».