martedì 29 novembre 2011

L’insostenibile leggerezza dell’essere Mobilità a Lecce

Da non crederci: a Lecce, in qualità di partner di un progetto internazionale, si celebra una due giorni dedicata alla mobilità sostenibile. Prima, nell’ex Convento dei Teatini, l’incontro e la firma di un accordo con i rappresentanti di ben nove Paesi del Sud-Est Europeo. Poi, all’interno della sede del Bus terminal, l’inaugurazione del Centro servizi Mobilità, che dovrebbe fungere da ufficio informazioni sui trasporti pubblici locali e vendita dei biglietti. Una cosa in grande stile, insomma. «L’obiettivo principale - spiegano i promotori del progetto - è sostenere la multi-modalità e la promozione di trasporti alternativi». E ancora: «L’obiettivo della gestione della mobilità è ridurre l’uso dell’auto da parte del singolo».

Registi dell’evento, manco a dirlo, sono l’Amministrazione di Palazzo Carafa e la società Sgm. Ovvero i due soggetti che, da oltre quattro anni e mezzo, non riescono a far partire il filobus, un’opera costata circa 23 milioni di euro. Ma Lecce è anche la città in cui, da un giorno all’altro e senza un valido perché, sono spariti i mini-bus elettrici che facevano la spola tra le piazze Mazzini e Sant’Oronzo.

Per non parlare del mai decollato “Bike sharing”, il sistema per incentivare l’uso di biciclette pubbliche. E quindi? Si tratta di modelli da esportare? Ma se, nel caotico traffico cittadino, già passare dalla zona della Torre del Parco a San Pio diventa un’odissea incredibile, vogliano addirittura metterci a discutere di mobilità sostenibile nel Sud-Est Europeo?