lunedì 26 dicembre 2011

E se l’alieno scoprisse Gambadilegno?

Ormai s’è capito abbastanza chiaramente: i mezzi del filobus faranno qualche giretto in centro - come un po’ tutti noi, in questi giorni di festa - e poi finiranno in un deposito. Primo, perché ingolferanno il già caotico traffico tra Natale e Capodanno. E, secondo, perché non ci sono i soldi per farli circolare a pieno regime.
I pali neri, no. Quelli, invece, ce li dovremo tenere ancora per molto. Magari tanti di essi resisteranno pure alla fine del Mondo profetizzata dai Maya.

Di sicuro, la basilica di Santa Croce sarà spazzata via. Se già adesso si sgretola al sole e alla tramontana, figuriamoci in caso di alluvioni e terremoti. Ma, prima del 21 dicembre 2012, vediamo di far sparire ogni riferimento a “Gambadilegno”, “Omone” e “Pomodorone”. Bruciamo atti d’indagine, intercettazioni e confessioni. Una sorta di prescrizione giudiziaria pre-Apocalisse, insomma.
Perché se, in futuro, qualche alieno dovesse fare una capatina nel fu Salento, come simboli della nostra civiltà troverà solo pali neri senza traccia alcuna del filobus. Lasciamogli credere che si tratti di più evolute forme di menhir per avvicinare l’uomo ad una qualche divinità. O, meno spiritualmente, dei simboli fallici di un popolo celodurista, che non doveva chiedere mai.

Facciamo in modo che non scopra che quella selva di pali e fili sia servita ad ingrossare i conti bancari di Gambadilegno e soci in Svizzera. A meno che l’alieno non sia Eta Beta, l’amico di Topolino. Perché, in quel caso, siamo fottuti!

martedì 29 novembre 2011

L’insostenibile leggerezza dell’essere Mobilità a Lecce

Da non crederci: a Lecce, in qualità di partner di un progetto internazionale, si celebra una due giorni dedicata alla mobilità sostenibile. Prima, nell’ex Convento dei Teatini, l’incontro e la firma di un accordo con i rappresentanti di ben nove Paesi del Sud-Est Europeo. Poi, all’interno della sede del Bus terminal, l’inaugurazione del Centro servizi Mobilità, che dovrebbe fungere da ufficio informazioni sui trasporti pubblici locali e vendita dei biglietti. Una cosa in grande stile, insomma. «L’obiettivo principale - spiegano i promotori del progetto - è sostenere la multi-modalità e la promozione di trasporti alternativi». E ancora: «L’obiettivo della gestione della mobilità è ridurre l’uso dell’auto da parte del singolo».

Registi dell’evento, manco a dirlo, sono l’Amministrazione di Palazzo Carafa e la società Sgm. Ovvero i due soggetti che, da oltre quattro anni e mezzo, non riescono a far partire il filobus, un’opera costata circa 23 milioni di euro. Ma Lecce è anche la città in cui, da un giorno all’altro e senza un valido perché, sono spariti i mini-bus elettrici che facevano la spola tra le piazze Mazzini e Sant’Oronzo.

Per non parlare del mai decollato “Bike sharing”, il sistema per incentivare l’uso di biciclette pubbliche. E quindi? Si tratta di modelli da esportare? Ma se, nel caotico traffico cittadino, già passare dalla zona della Torre del Parco a San Pio diventa un’odissea incredibile, vogliano addirittura metterci a discutere di mobilità sostenibile nel Sud-Est Europeo?

lunedì 21 novembre 2011

Www, non mi piaci tu

Credo di non aver mai avuto, neppure nel periodo più buio della mia adolescenza, i classici poster di gruppi e cantanti, appiccicati in casa, sui muri della mia camera. E neppure le foto di calciatori attaccate sul diario di scuola, alle Elementari. I passaggi obbligati o quasi, insomma, per ritenersi fan di qualche celebrità. E ammetto pure di essere più propenso a dire (da sempre, ma col passare degli anni ancora di più) un «Non mi piace» rispetto al «Mi piace».

Per cui, da un po’ di tempo, provo un certo fastidio quando su Facebook mi arrivano le richieste di adesione alle cosiddette “pagine fans” di questo o quel politico, di questa o quella istituzione pubblica, società di servizi, ecc. E ancora più fastidio provo nel fatto che, per accettare, dovrei cliccare sul tasto «Mi piace» di quelle pagine. Come a dire: apprezzo quello che fai, come sei, come amministri o fai opposizione, a seconda dei casi.

Già fatico a condividere l’abuso che, sul social network più famoso al Mondo, si fa del concetto di «amicizia»: come nemmeno tra le cosche di Cosa nostra, infatti, siamo un po’ tutti “amici degli amici”, “amici degli amici degli amici” e così via.
Ma, se un insegnamento dal modello del Governo Monti si può trarre, è nel fatto che, a chi amministra la cosa pubblica, dovremmo forse tornare a rapportarci come ad un severo, ma competente professore. Più che agli idoli passeggeri dei teenager.

lunedì 14 novembre 2011

La politica del «Manuale cancelli»

C’è una strana propensione della politica: quella per cui i problemi non vadano affrontati e risolti, ma solo spostati da un’altra parte o in un altro periodo. E’ un po’ quello che accade per i debiti delle pubbliche amministrazioni. Per cui, se c’è un conto da pagare, le Giunte in carica non trovano nulla di meglio da fare che dilazionarlo nel tempo e far sì che siano le prossime gestioni di Comuni e Province - e, quindi, le future generazioni - a farsene carico.

Ed è un po’ quello che accade in piazzetta Carducci, davanti al Convitto Palmieri. Dove per evitare che, soprattutto nelle ore notturne, si creino bivacchi, degrado e violenza (proprio in quella zona, nei giorni scorsi, è stato barbaramente aggredito un venditore ambulante di fiori), si è pensato che sarebbe giusto installare un bel cancello. La stessa cosa, anni fa, fu proposta per alcune corti nel centro storico. La questione approdò nelle Commissioni consiliari competenti: lunghe discussioni, feroci polemiche e poi non se ne fece nulla.

Magari, stavolta, il recinto di ferro attorno a piazzetta Carducci arriverà. E quei giovani, che oggi si ritrovano davanti al Convitto Palmieri, non avendo alternative di aggregazione alle strade della movida leccese, andranno a riposizionarsi da un’altra parte. Con nuove, inevitabili proteste e polemiche. La politica che si limita a spostare il “problema”, appunto. E allora, se l’obiettivo è eliminare le zone del bivacco, forse qualche cancello si dovrebbe installare pure all’ingresso delle sedi istituzionali.

giovedì 27 ottobre 2011

Lecce, regina dello Smog sharing

La notizia è di quelle che, nel leggerla, ti fa saltare sulla sedia: Lecce, nei giorni scorsi, è stata eletta a livello nazionale «regina del bike sharing». Come se, da un giorno all’altro, si scoprisse che Islamabad è diventata la capitale del Cristianesimo. Perché, a scanso di fraintendimenti, «bike sharing» sta per «condivisione della bicicletta». Ovvero di quel sistema per cui gli automobilisti, ad un certo punto, decidono spontaneamente di mollare la propria macchina per salire sul sellino di una due ruote a pedali. E non su una bici di proprietà, ma addirittura su una di quelle che si trovano lungo la strada, messe a disposizione dal Comune.

Ecco, se già il concetto di «condivisione» risulta poco familiare, quello di «bicicletta», ai leccesi, al massimo potrà far riaffiorare alla mente i ricordi del caro triciclo utilizzato da bambini. Perché il patentato nostrano impara subito che, per farsi rispettare in città, deve parcheggiare il più vicino possibile al posto in cui deve andare. E soprattutto raggiungerlo nel più breve tempo possibile. Per cui, spesso, farsi strada a colpi di clacson, invadere le corsie preferenziali e passare sulle strisce pedonali e agli incroci a velocità da Shuttle diventano regole imprescindibili. Del resto, gli esempi forniti dalla maggior parte degli amministratori pubblici non vanno in senso opposto: le loro auto arrivano fin sotto le pareti di Palazzo Carafa e mai, come negli ultimi anni, invadono l’atrio di Palazzo dei Celestini. E l’unica cosa che, semmai, contribuiscono a condividere è lo smog.

giovedì 20 ottobre 2011

Melius primarie quam deficere

Ormai è certo: il centrosinistra e il Pd in particolare sono affetti dal terribile “complesso delle primarie”. E una via d’uscita, probabilmente, non riuscirebbe a trovarla neppure il padre della psicanalisi Sigmund Freud. I fatti: dopo un lungo travaglio interiore, il tavolo dei partiti del centrosinistra salentini partorisce la consapevolezza che la scelta del candidato a sindaco di Lecce debba passare dalla consultazione di iscritti e simpatizzanti.

Prima, però, c’è l’appuntamento con le “primarie delle idee” col coinvolgimento dei cittadini per la definizione di un programma condiviso per la città. «Ok, il programma condiviso va bene, ma a chi spetta definire la priorità delle cose da fare in caso di vittoria?» è stato chiesto. E così dal tavolo del centrosinistra, a breve, arriverà l’innovativa proposta delle “primarie sulle priorità delle cose da fare in caso di vittoria”. Superato un ostacolo, però, ecco presentarsene subito un altro: «Ma quando dovremo farle ‘ste cose?». Semplice, lo stabiliranno le “primarie sul cronoprogramma delle priorità sulle cose da fare in caso di vittoria”. Dal tavolo del centrosinistra, però, qualcuno potrebbe insinuare il dubbio: «Con le difficoltà di bilancio, che erediteremo, non sarà facile amministrare Palazzo Carafa. Vincere le elezioni? Ma chi ce lo fa fare?».

Risposta quasi unanime: «Boh». E allora la soluzione è dietro l’angolo: si faranno le “primarie per chiarire chi glielo fa fare a quelli del centrosinistra di vincere le elezioni con le difficoltà di bilancio ereditate dal centrodestra”.

martedì 4 ottobre 2011

Notaio, no leasing


Neanche il tempo di uscire miracolosamente indenni da «quer pasticciaccio brutto di via Brenta», che al Comune di Lecce si mettono in testa di dar consigli su questioni immobiliari.
Da Palazzo Carafa, infatti, fanno sapere di aver avviato, insieme al Consiglio notarile di Lecce, una nuova iniziativa dal titolo “Chiedilo al notaio”. E di cosa si tratta è spiegato in un comunicato inviato alle redazioni per annunciare un’apposita conferenza stampa: «L’obiettivo è quello di fornire gratuitamente ai cittadini leccesi informazioni di massima su materie legate alla compravendita e ai mutui».

Iniziativa lodevole, certo. Ma, nel 2006, la semplice (e unica) firma dell’ex dirigente municipale ai Servizi economico-finanziari, Giuseppe Naccarelli, su un contratto di leasing ha rischiato di costare cara alla città. Ossia un esborso di ben 78 milioni di euro per acquistare i due edifici di via Brenta, che valgono meno della metà di quella cifra astronomica. Un’operazione che - per dirla con le parole della Procura salentina - rappresenterebbe la «più grande truffa organizzata ai danni del Comune di Lecce».
E, quindi, ai danni di tutti i cittadini leccesi. Ora il sindaco Paolo Perrone ha rimediato alla “leggerezza” di Naccarelli, riuscendo a spuntare, rispetto al leasing, un più vantaggioso contratto di affitto. E sarà la magistratura a giudicare se di leggerezza (e non di altro) si sia trattato. Ma almeno per il futuro un consiglio al notaio lo chiedano pure da palazzo Carafa.

lunedì 26 settembre 2011

Precariato senza quartiere

Nella città, in cui trovare un lavoro stabile e duraturo è come cercare un venditore di ghiaccioli in Groenlandia, c’è un posto che più precario non si può. Quello da presidente del quartiere Rudiae - IV Circoscrizione di Lecce. Una sorta di maledizione, infatti, da diversi anni pende su quella poltrona. L’ex presidente di Forza Italia Giovanni Castoro l’ha occupata fino al 2005, quando, in seguito alla battaglia condotta in difesa del parco Corvaglia contro il Comune, fu sfiduciato dai suoi stessi consiglieri di maggioranza.
Al suo posto, nel 2006 fu eletto Damiano D’Autilia, in quota Udc. Ma in quella postazione lo stesso D’Autilia ci è rimasto poco perché, nel 2007, ha preferito candidarsi (ed è risultato poi eletto) al Consiglio comunale di Palazzo Carafa. Quindi è toccato a Carmelo Isola, sempre con lo Scudocrociato, diventare presidente. Nel frattempo, però, l’Udc è passata dalla maggioranza all’opposizione della Giunta del sindaco Paolo Perrone. E per questo la sedia di Isola ora inizia a traballare: i consiglieri circoscrizionali di centrodestra sarebbero pronti a sfiduciarlo.

Fortuna che, con le nuove disposizioni normative, già dalla prossima primavera, a Lecce le Circoscrizioni spariranno. E così, per i diversi schieramenti in campo alle Amministrative 2012, non si porrà proprio il problema di individuare candidati alla presidenza del quartiere Rudiae. Sarebbe più facile trovare aspiranti venditori di ghiaccioli, pronti a partire per la Groenlandia.

lunedì 19 settembre 2011

Quando la politica fa più miracoli dell’amalgama

Sarà un caso, ma è bastato che il sindaco Paolo Perrone e l’intero gruppo del Pd a Palazzo Carafa esternassero l’intenzione di rinunciare alle tessere gratuite dello stadio Via del Mare, per spingere il Lecce alla vittoria. I giallorossi hanno improvvisamente trovato, sul manto erboso di Bologna, la forza interiore per affrontare al meglio il campionato di Serie A. «Dobbiamo vincere - avranno pensato Giacomazzi e compagni - Dobbiamo farlo per ripagare quanti (e ora saranno più di prima) fanno sacrifici per acquistare il biglietto e incitarci dagli spalti». Perché, a volte e al di là delle facili ironie, un immediato segnale dato dalla politica può davvero fare più del «tempo - per dirla con le parole di chi mastica calcio a pranzo e cena - necessario a creare l’amalgama giusta all’interno dello spogliatoio».
 E quindi? Perché fermarsi qui? Perché gli amministratori comunali leccesi (beninteso, di maggioranza e di opposizione) non rinunciano pure ai pass auto, che garantiscono loro ingresso e transito, esenti dal rischio multa, nel centro storico; così come la possibilità di parcheggiare, ovunque e gratuitamente, lungo le strisce blu disseminate in città? Giusto per verificare se un simile «atto di generosità» riesce pure a risolvere, come d’incanto, il problema del traffico caos e la cronica mancanza di posteggi a Lecce. Senza trascurare che, in tal modo, la politica darà una forte scossa al turismo religioso in città. Altro che piazza Duomo e Santa Croce! Frotte di pellegrini faranno la fila, a Palazzo Carafa, per chiedere la grazia.

lunedì 22 agosto 2011

Quei Pooh che non ci sono più

«I Pooooooh!». Ricordate l’urlo straziante del nostalgico comunista, interpretato da Antonello Fassari al programma Rai “Avanzi”? Si risvegliava dal coma, dopo diversi anni, e si ritrovava in un mondo completamente stravolto. Col muro di Berlino crollato, l’Unione sovietica sparita e il Pci sostituito dal Pds, per lui l’unico punto di riferimento immutabile rimaneva il gruppo che aveva portato al successo “Piccola Katy”.

Ebbene, immaginiamo che quel militante di sinistra sia ripiombato in coma, subito dopo le elezioni amministrative del 2007, quando risultò eletto sindaco di Lecce Paolo Perrone. E, per un secondo evento miracoloso, si sia risvegliato in questo caldo agosto del 2011. Scoprirebbe con sgomento che Adriana Poli Bortone non è più nel centrodestra che governa Palazzo Carafa. Anzi, pur di bloccare la conferma dell’ex alleato Perrone (che, intanto, vorrebbe fare le primarie, come il centrosinistra), la senatrice di “Io Sud” sarebbe pronta ad allearsi addirittura con Rifondazione comunista. Anche perché gli estremi politici sono sempre meno estremi: a Destra non ci sono più camerati e a Sinistra, a dar retta al governatore di Puglia Nichi Vendola, si potrebbe anche superare la definizione di “compagni”.

E quindi? Ci restano almeno i Pooh? Nemmeno quelli. Perché il quartetto più famoso della musica italiana, nel frattempo, è diventato un terzetto. E, quest’anno, la serata conclusiva della festa di Sant’Oronzo sarà allietata dalla cover band “Le orme dei Pooh”. Nooo, ridateci i Pooooooh!


lunedì 11 luglio 2011

Dalla “Chiazza cuperta” al Water front

Che Lecce sia diventata sempre più una città turistica è fuor di dubbio. E che questo continuo, anzi crescente flusso di visitatori soprattutto stranieri stia pian piano modificando anche il linguaggio dei leccesi sembra essere un altro dato di fatto. Sennò non si spiegherebbe il fatto che, nel giro di appena una settimana, gli attuali amministratori di Palazzo Carafa siano stati in grado di inaugurare nell’ordine: 1) il “Travel shops”, bagni pubblici-privati a due passi da piazza Duomo; 2) il “City terminal”, fermata dei bus all’ingresso della città per chi arriva da Brindisi; 3) il “Water front”, lungomare di San Cataldo.
Inglesismi che, nella città della “Chiazza cuperta”, che fu di Oronzo Massari e di don Ciccio Corvaglia, nessuno si sarebbe neppure lontanamente sognato di affibbiare. Per la verità, ci aveva già pensato Adriana Poli Bortone, da sindaco, a fare di Lecce la “Porta d’Europa”. Ma Paolo Perrone, alle elezioni del 2007, volle spingersi addirittura oltre, coniando lo slogan “Lecce, città del Mondo”. E così ci piace immaginare che, da qui a poco, in piazza Sant’Oronzo la voce di Tito Schipa possa riecheggiare per segnalare, oltre che lo scoccare di mezzogiorno, pure l’appuntamento quotidiano con pasticciotto e tè delle cinque del pomeriggio. E che sul lungomare (sorry, Water Front) di San Cataldo una coppia di anziani villeggianti leccesi possa continuare a fare la classica “camenata”, gustando un gelato. Ovviamente, cioccolato e zuppa inglese.

sabato 2 luglio 2011

La banda del buco finanziario

Forse saranno stati troppo presi dal «buco». Quello finanziario, per carità, non di altro tipo. Ma, vera o inventata che sia (a seconda delle appartenenze politiche), la storia dei 7 milioni di euro mancanti nel Bilancio della Provincia di Lecce ha distratto parecchio, da un paio di settimane a questa parte, gli inquilini di Palazzo dei Celestini. Tant’è che in pochi, appena in quattro su una cinquantina (la senatrice Adriana Poli Bortone, il presidente Antonio Gabellone, il capogruppo del Pdl Biagio Ciardo e il consigliere dell’Udc Mario Pendinelli) si sono ricordati di effettuare il test antidroga.

Ora è meglio chiarire subito un punto. Che un politico si faccia o meno di una qualche sostanza stupefacente probabilmente interessa a pochi. E se uno si dovesse basare su quanto spesso sente dire e vede fare a più di qualche rappresentante del popolo, risulterebbe pure complicato notare la differenza. Ma qui la questione è un’altra. Il via libera a quei controlli è stato deciso, quasi all’unanimità (25 sì e una sola astensione) nel pieno di una seduta del Consiglio provinciale. Tutti concordi, maggioranza e opposizione, nel dire: «Certo, è giusto farli. Che diamine! Siamo contro ogni forma di tossicodipendenza». Chiusa la seduta, poi, chi s’è visto, s’è visto. L’ennesima conferma, quindi, di come alle parole, pronunciate con solennità nei luoghi sacri della politica, il più delle volte non seguano i fatti. L’esito dei test antidroga almeno avrebbe aiutato a capire: ma “fatti” de che?

venerdì 3 giugno 2011

La nuova città a basso consumo

Perché solo gli inquilini di Palazzo Carafa si devono adeguare alle prescrizioni, contenute nella lettera che, in qualità di Energy manager, Fernando Bonocuore ha inviato nei giorni scorsi a sindaco, assessori e consiglieri, dirigenti e impiegati? E così, se tra gli accorgimenti proposti da Bonocuore all’insegna di una nuova austerity, c’è quello di spegnere luce e computer, quando si esce dagli uffici del Comune, a breve ogni strada della città sarà dotata di appositi interruttori. In questo modo chi, di sera, si troverà ad attraversare una via di Lecce, sarà costretto ad accendere l’illuminazione pubblica. Ovviamente, giunto alla fine della strada, ciascun cittadino dovrà ricordarsi di abbassare l’interruttore per spegnere i lampioni della via. E che dire dei semafori, che restano accesi tutto il giorno? Saranno eliminati: d’ora in poi gli automobilisti, che si ritroveranno agli incroci cittadini, dovranno scendere dalla vettura e concordare, di volta in volta, a chi spetta la precedenza. Coi tempi che corrono, poi, possiamo scordarci il promesso, imminente avvio del filobus. Almeno nelle intenzioni, infatti, il nuovo sistema di trasporto eco-compatibile dovrebbe essere alimentato ad energia elettrica. Ma anche qui la proposta nel segno del risparmio non manca: i mezzi pubblici potrebbero essere riadattati con pedali e una bella vela incorporata. A saperlo prima avremmo evitato di riempire la città di inutili pali neri e fili.

venerdì 27 maggio 2011

Il ballottaggio del Mulino Bianco

Che tristezza i candidati al ballottaggio di Nardò, Antonella Bruno e Marcello Risi, che si fanno riprendere dalle telecamere di Telerama mentre, premurosi, accompagnano i figli a scuola. Magari lo fanno tutti i giorni e quella consuetudine fa piacere tanto a loro quanto ai loro piccoli. Ma perché ripeterla davanti a giornalisti e cameraman? E’ la evidente conferma, anche a livello locale, di una degenerazione della politica, sempre meno concretezza sulle cose da fare e sempre più immagini da propinare.Per dirla in parole povere: sempre più simile ad un reality show.

Il manuale del perfetto politico, infatti, impone il cliché del buon genitore, portatore sano dei sacri valori della famiglia. Che prima erano solo enunciati, ora invece sono sbattuti in faccia. La campagna elettorale di Milano, poi, aggiorna quel manuale con l’aggiunta dell’ostilità verso zingari, islamici e frequentatori di centri sociali.
E ancora una volta - ahinoi! - ci capita di rimpiangere la Prima Repubblica. Quando poco o nulla sapevamo di mogli e figli di Giulio Andreotti, Enrico Berlinguer e Giorgio Almirante. Giusto per coprire tutto l’arco costituzionale e non scontentare nessuno. Un periodo, in cui l’immagine della famigliola felice che, tutta insieme, fa colazione con latte, caffè e biscottini, al massimo ce la ritrovavamo nello spot del Mulino Bianco.
Ma poi quel capo famigliola felice andava in ufficio. Ora, magari, andrebbe in un call center.
Ma non certo ad occupare la poltrona più importante di Palazzo Personé.

sabato 21 maggio 2011

Salento da Mara

Due Ministeri pronti a trasferirsi, armi e bagagli, a Milano. Un terzo, invece, sarebbe destinato come per magia a Napoli. L’annuncio potrebbe arrivare, a giorni, dalla viva voce di Silvio Berlusconi in diretta tv. Qualche anticipazione è già giunta dal ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli: «Posso solo dire che, la settimana prossima, ci sarà una grossa sorpresa che cambierà modo di pensare dei milanesi e di coloro che sono andati a votare». E a Nardò? Anche lì, il 29 e 30 maggio, si va al ballottaggio per la scelta del nuovo sindaco. Non consentirà, il premier, che il secondo comune più popoloso della provincia di Lecce si trasformi nella Stalingrado del Salento, vero? O nella zingaropoli islamica di Terra d’Otranto che, per prima, ha coniato lo slogan “Mamma, li turchi”? E quindi almeno un sottosegretariato Berlusconi potrebbe prometterlo agli elettori neretini, ancora indecisi nella scelta tra Antonella Bruno, candidata del Pdl, e Marcello Risi, sostenuto da una coalizione formata da Udc, Sel e Io Sud.

Tra un anno, poi, si tornerà a votare anche a Lecce-città. E la prospettiva di un centrodestra spaccato tra Paolo Perrone e Adriana Poli Bortone non fa dormire sonni tranquilli. Il rischio, però, è che a furia di promettere di qua e di là (a Lampedusa ancora aspettano casinò, campo da golf e premio Nobel), nella primavera del 2012 resti davvero poco. Ma, nel rispetto delle Pari opportunità tra città al voto, almeno lasciateci Mara Carfagna!

venerdì 13 maggio 2011

Big da lezioncina

Li chiamano big, ma somigliano più a studentelli. Me li vedo, nel tragitto in auto dall’aeroporto di Brindisi all’arrivo a Lecce, intenti ad imparare a memoria la lezioncina impartita dai loro referenti locali. «Ministro Alfano, allora, la portiamo a Nardò dove siamo reduci dalla crisi amministrativa della giunta di centrosinistra. Lì, quindi, lei dovrà dire che auspichiamo il cambiamento…». Oppure sul fronte opposto: «Onorevole Marini, andiamo a Trepuzzi dove i nostri governano da sempre. E lei farà un comizio per la continuità…».

Qualche volta, però, i big della politica nazionale me li immagino in preda ad una sorta di travaglio politico interiore. Magari arrivano in un comune, sino a quel momento amministrato dagli avversari. E, pur ammirando vie, piazze, edifici pubblici, tenuti a meraviglia, dal palco sono costretti ad infiammare la folla: «Basta! Così non si può andare avanti: è ora di cambiare». Poi approdano in un paese, guidato da un sindaco uscente amico, con buche e rifiuti per strada e devono sostenere: «Qui si vive bene grazie all’impegno dei nostri bravi rappresentanti in municipio». Ti verrebbe voglia di mandarli un po’ in crisi e, in conferenze stampa convocate prima o nel corso del tour elettorale nel Salento, chiedere conto delle cattive gestioni amministrative dei loro a livello locale. Risposte che difficilmente si ottengono perché esulano dalla lezioncina memorizzata poco prima. E va a finire che, come consentono quei professori buoni davanti agli studenti un po’ svogliati, coi giornalisti si finisce sempre a parlare dell’argomento a piacere: pro o contro il governo Berlusconi, a seconda delle appartenenze. E tanto basta. O ce lo facciamo bastare.

lunedì 9 maggio 2011

Test antidroga, ma senza amplificazione

Che i test antidroga a Palazzo Carafa siano effettivamente necessari lo si è capito nel bel mezzo dell’ultimo consiglio comunale. Quando i rappresentanti-eletti della comunità leccese hanno iniziato ad accapigliarsi sull’opportunità di consentire o meno agli artisti di strada, che si esibiscono in città, l’eventuale utilizzo di piccoli impianti di amplificazione.
Già il fatto di voler disciplinare con apposito Regolamento le esibizioni artistiche in strada ha suscitato qualche perplessità. A far salire i toni (è proprio il caso di dirlo) della discussione, però, è stata la modifica al documento proposta da Paolo Foresio, guarda caso dj prestato alla politica. A lui va il “merito”, pubblicamente riconosciuto dal sindaco Paolo Perrone, di aver spaccato la maggioranza: «Complimenti!», gli ha detto il primo cittadino, «Sei riuscito dove Antonio Rotundo e Wojtek Pankiewicz hanno sempre fallito». Ma a Foresio va pure il “demerito” di aver un po’ oscurato l’iniziativa del presidente del Consiglio Eugenio Pisanò che, in gran segreto, aveva scritto ai vertici della Asl salentina per far eseguire i controlli antidroga a Palazzo. Dove, almeno per ora, il blitz dei camici bianchi, armati di provette da riempire di urina, non c’è stato. «Ma quando li faremo», ha assicurato Pisanò, «la privacy di quanti si sottoporranno ai test sarà comunque garantita». Del resto, come in seguito al blitz Usa che, nei pressi di Islamabad, ha portato all’uccisione di Osama Bin Laden, anche in questo caso le immagini potrebbero essere «davvero raccapriccianti».