giovedì 27 ottobre 2011

Lecce, regina dello Smog sharing

La notizia è di quelle che, nel leggerla, ti fa saltare sulla sedia: Lecce, nei giorni scorsi, è stata eletta a livello nazionale «regina del bike sharing». Come se, da un giorno all’altro, si scoprisse che Islamabad è diventata la capitale del Cristianesimo. Perché, a scanso di fraintendimenti, «bike sharing» sta per «condivisione della bicicletta». Ovvero di quel sistema per cui gli automobilisti, ad un certo punto, decidono spontaneamente di mollare la propria macchina per salire sul sellino di una due ruote a pedali. E non su una bici di proprietà, ma addirittura su una di quelle che si trovano lungo la strada, messe a disposizione dal Comune.

Ecco, se già il concetto di «condivisione» risulta poco familiare, quello di «bicicletta», ai leccesi, al massimo potrà far riaffiorare alla mente i ricordi del caro triciclo utilizzato da bambini. Perché il patentato nostrano impara subito che, per farsi rispettare in città, deve parcheggiare il più vicino possibile al posto in cui deve andare. E soprattutto raggiungerlo nel più breve tempo possibile. Per cui, spesso, farsi strada a colpi di clacson, invadere le corsie preferenziali e passare sulle strisce pedonali e agli incroci a velocità da Shuttle diventano regole imprescindibili. Del resto, gli esempi forniti dalla maggior parte degli amministratori pubblici non vanno in senso opposto: le loro auto arrivano fin sotto le pareti di Palazzo Carafa e mai, come negli ultimi anni, invadono l’atrio di Palazzo dei Celestini. E l’unica cosa che, semmai, contribuiscono a condividere è lo smog.